1. Chi sta dietro le sbarre ha lo stesso diritto alla salute di chi sta fuori.
In carcere non è garantito il distanziamento sociale: i detenuti sono troppi (oggi in Italia 56.476), gli spazi stretti, le condizioni igieniche scarse.
2. Lo Stato deve rispettare le regole.
Vietare ai detenuti di avere colloqui con i propri familiari, non consentirgli di utilizzare mascherine ed igienizzanti, impedirgli attività rieducative è illegale.
Quando lo Stato prende in carico una persona per fargli espiare una pena deve fare in modo che ciò avvenga in condizioni di legalità e di tutela delle esigenze di salute.
3. Aiuterebbe a disinnescare la bomba epidemiologica.
Diminuire il numero dei detenuti in questo momento è fondamentale per garantire un aumento della sicurezza sanitaria. Cosa accadrebbe se ci fosse una esplosione dei contagi tra i detenuti? Cosa accadrebbe a chi è costretto a sorvegliarli e custodirli?
4. Usare strumenti “automatici” di scarcerazione sarebbe opportuno e legale.
La detenzione domiciliare dovrebbe essere “automatica”. La concessione delle misure alternative al carcere sono fatte per tempi ordinari e non sono compatibili con quelli della pandemia; inoltre lascino ai magistrati di sorveglianza la scelta, creando disparità di trattamento.
Pensiamo inoltre alle migliaia di detenuti in custodia cautelare perché “in attesa di giudizio”, innocenti fino a prova contraria, o a chi, pur avendone i requisiti, non può accedere ai domiciliari perché un domicilio non ce l’ha.
Dunque, misure di “giustizia sociale” quali amnistia ed indulto potrebbero essere strumenti, legali ed opportuni, offerti dal nostro Ordinamento giuridico per aiutare a risolvere il problema.
5. Diminuirebbe la recidiva.
Tutti gli studi e le statistiche dimostrano che chi sconta parte della propria pena attraverso una misura alternativa al carcere torna a delinquere in percentuale decisamente inferiore rispetto a chi, al contrario, lo ha fatto in cella.
Dunque a chi obietta che ci sarebbero più delinquenti in libertà, rispondiamo che la statistica dice che, alla lunga, saremmo tutti più sicuri.
Avv. Umberto Di Gioia & Avv. Antonietta Clemente
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